Emendamento Mulè, il contenuto che rischia di cambiare volto al sistema calcio italiano

Nei giorni dopo l’eliminazione dell’Italia da EURO 2024, è spuntato un emendamento pro-autonomia della Lega A che ha mandato in subbuglio la FIGC.

Il cosiddetto emendamento Mulè, a quanto pare “frenato” dalle interlocuzioni tra FIGC e Governo, costituirebbe una vera e propria rivoluzione per il sistema calcio italiano. Vari media hanno riportato il contenuto dell’emendamento:

Le leghe, si legge al punto 2, sono costituite «in forma di associazione o società di capitali (sul modello della Premier League inglese)» e sono riconosciute ai fini sportivi dalla federazione sportiva nazionale di riferimento, alla quale sono trasmessi entro il 31 ottobre di ogni anno i relativi bilanci. Le leghe godono di piena autonomia statutaria, regolamentare, organizzativa e gestionale, e hanno diritto a un peso elettorale nelle assemblee e a una rappresentanza negli organi direttivi delle federazioni sportive nazionali di riferimento adeguati al contributo economico apportato al sistema sportivo

Se all’interno di una federazione sportiva nazionale ci sono più leghe professionistiche – si legge al punto 3 – «quella che apporta il maggior contributo in termini di mutualità generale esprime parere vincolante sulle delibere della federazione sportiva nazionale di riferimento che direttamente o indirettamente la riguardano»

Con questa previsione la Serie A riuscirebbe finalmente a ottenere quel maggior peso chiesto tanto a gran voce quanto invano all’interno del Consiglio Federale, dove i voti della Lega guidata da Lorenzo Casini pesano solo il 12%. Un’istanza sostenuta anche dalla serie cadetta presieduta da Mauro Balata, considerando che la Lega Serie B esprime appena il 5% contro il 30% dei dilettanti. La spaccatura interna al mondo del calcio si è vista plasticamente in occasione del confronto sull’Authority per i bilanci delle società professionistiche, con il numero uno della Federcalcio Gabriele Gravina fortemente contrari alla norma e i club di Serie A (con in testa Inter, Milan, Juventus e Roma) e Serie B decisamente più aperturisti.

Ultimo passaggio, quello che disciplina i ricorsi nei confronti di Coni e federazioni, fatte salve le controversie strettamente legate allo svolgimento di attività sportive: «Contro gli atti e i comportamenti del Coni e delle federazioni sportive nazionali aventi effetti pregiudizievoli nei confronti delle leghe sportive professionistiche – si legge al punto 4 – è esperibile il ricorso diretto innanzi agli organi della giustizia amministrativa in sede di giurisdizione esclusiva». La competenza per il primo grado spetterà al Tar del Lazio.

Fatte salve dunque le controversie di natura sportiva, come già previsto dall’articolo 34 comma 3 del Codice della giustizia sportiva («Violazione del vincolo di giustizia»), in caso, ad esempio, di motivazioni di natura economica, le società possono accelerare l’iter per il riconoscimento dei propri interessi esperendo il ricorso diretto alla giustizia amministrativa senza attendere il previo responso della federazione, in coerenza con quanto avviene, tra l’altro, per l’iscrizione ai campionati.