La sua parabola in Azzurro è stata talmente breve che forse per i più giovani più sembrare quasi insignificante, ma per i bambini o i ragazzi del 1990, oggi adulti, dici Totò Schillaci e riporti alla mente quel Mondiale italiano che resta ancora ben impresso nella mente dei calciofili più incalliti e nostalgici.
Totò Schillaci è stato e sempre sarà un Mito, la sua ascesa una magia che davvero ispira sopratutto i ragazzi del Sud, lui cresciuto in una Palermo di dignità e sacrifici, lui passato dall’AMAT Palermo, ai campi polverosi della C2, al Messina di Zeman sino alla ribalta clamorosa della Juventus agnelliana, sogno inconfessabile per qualsiasi ragazzino che sgambettava sugli improvvisati campi dei quartieri palermitani, oppure in quelli fangosi dell’entroterra calabresi o in quelli dei vicoli napoletani.
Convocato all’ultimo secondo per Italia 90′, l’Appuntamento per antonomasia di un calcio italiano che brillava come non mai, fu letteralmente l’Uomo della Provvidenza per Azeglio Vicini, il bomber a sorpresa che tolse spazio agli attesissimi Vialli e Carnevale. Totò fece il suo dovere in tutto il magico cammino Azzurro: i gol all’Austria, alla Repubblica Ceca e quelli poi rifilati a Uruguay e Eire, senza dimenticare la marcatura all’Argentina di Maradona nella dolorosissima semifinale del San Paolo, gli permise di diventare una sorta di Eroe nazional-popolare per l’eternità.
Il post-Mondiale registrò una sorta di declino sportivo, con la Juventus prima e con l’Inter dopo non riuscì a ripetersi. Nel 1994 accettò la corte dei giapponesi del Jubilo Iwata, letteralmente pazzi per Totò-San, ma quegli occhi magnetici e “spiritati” non li abbiamo più visti brillare.
Dopo il calcio, Totò si dedicò a varie iniziative, con un paio di puntate persino nei reality show. Lottava da tempo contro un brutto male, che lo ha portato via alla sua famiglia, ma anche ai tantissimi ragazzini del 1990 che sognavano un giorno di poterne emulare le sue gesta.
Ciao Totò, non ti dimenticheremo mai!