ASSEMBLEA STRAORDINARIA FIGC, Marani: “Troppi individualismi e troppe crociate hanno fatto sprofondare il calcio a un punto pietoso”

Durante l’Assemblea Straordinaria della FIGC, che ha varato le modifiche allo statuto, ha parlato anche il presidente della Lega Pro Matteo Marani, che ha attaccato:

Noi siamo la componente che ha deciso e accettato di dare il contributo maggiore per rivedere l’assetto Federale. È stata una decisione sofferta maturata negli ultimi mesi per aiutare tutti a uscire da una logica sbagliata, che è quella di guardare solo il proprio orticello. Difficilmente in questo modo si esce da questa situazione, ho seguito la Serie A per trent’anni e dobbiamo andare avanti insieme. Troppi individualismi e troppe crociate hanno fatto sprofondare il calcio a un punto pietoso. Siamo fuori da due mondiali consecutivi e siamo stati eliminati dalla Svizzera all’ultimo europeo, una volta era la nostra sparring partner. Nessuno va a un Mondiale e il deperimento è per tutti quanti. Invece di assistere a un serio dibattito sulle necessità del futuro, mettendo al centro la sostenibilità economica, il futuro dei giovani e delle infrastrutture, si ragiona sulla forza del numero dei consiglieri o dei votanti“.

Aggiunge Marani: “Oggi il calcio italiano ha troppo risentimento e ha una paura enorme del futuro. Serve una visione comune, nessuno pensi di salvarsi a discapito di qualcun altro. Per questo motivo la Lega Pro in controtendenza ha deciso di dare un’apertura al calcio italiano. Riconosciamo alla Lega Serie A il ruolo trainante, per questo abbiamo rinunciato a un consigliere cedendolo alla Serie A. Siamo l’unica Lega che sta puntando con forza sul futuro come dimostra la riforma Zola, citata anche dal presidente Gravina. Abbiamo un campione del calcio che si è messo al servizio del calcio e questo mi riempie d’orgoglio. Non siamo un vecchio partito ma una nuova azienda, credo di aver tenuto alto il nome della Lega Pro dando spazio alle seconde squadre, dando un valore importante alla formazione“.

Marani sottolinea: “Basta con la sproporzione sul riconoscimento del lavoro sui giovani allenatori, sui giovani giocatori, sui nuovi arbitri e sui nuovi dirigenti. Abbiamo bisogno di giovani donne e giovani uomini, di trentenni e quarantenni che devono portare idee nuove. Oggi la Lega Pro con questa scelta coraggiosa dimostra di essere nel 2024 e speriamo che tutti capiscono quali sfide aspettano il calcio italiano“.